domenica 14 novembre 2010

La Nebbia e Giovanni Pascoli: il bello dell'intimità invernale


Pierre-Auguste Renoir, View of Venice, Fog. 1881



La maggior parte delle persone non ama questa stagione in cui le giornate finiscono troppo presto e l'atmosfera spesso è fosca e grigia; sono in molti a passare l'autunno e l'inverno attendendo con impazienza il ritorno del caldo, ma anche questo periodo può offrire qualcosa di bello se lo si sa vedere. In questo componimento, Pascoli descrive il senso di intimità e sicurezza di cui è alla continua ricerca proprio tramite la Nebbia, che tanto spesso ricopre le nostre regioni in durante la stagione fredda:


Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l'alba,
da' lampi notturni e da' crolli
d'aeree frane!
Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch'è morto!
Ch'io veda soltanto la siepe
dell'orto,
la mura ch'ha piene le crepe
di valeriane.
Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch'io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.
Nascondi le cose lontane
che vogliono ch'ami e che vada!
Ch'io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane...
Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch'io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest'orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.

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